Un piano strategico per rilanciare la Val Vibrata, politica a confronto

TERAMO – Val Vibrata: da Brianza del Mezzogiorno a una delle 5 aree di crisi dell’Abruzzo. E’ la dolorosa sintesi del Governatore dell’Abruzzo Gianni Chiodi, intervenuto stamani a Corropoli al convegno "Un vero piano strategico per la Val Vibrata… visto dalla politica", organizzato dall’animatore di Tele Vibrata, Walter Cori e da uno degli indomiti spiriti vibratiani, Tito Rubini. Chiodi non ha mancato di indicare che attraverso i 12 bandi pubblicati per finanziamenti, il territorio potrà vedersi approvati progetti utili alla ripresa economica locale, ha specificato che "quella di cui risentiamo non è tanto una crisi finanziaria quanto di competitività" e ha ricordato che si è in attesa dell’approvazione da parte del governo centrale del piano specifico per fronteggiare la crisi della Val Vibrata. Al convegno hanno relazionato, proprio per ragionare di quanto la politica possa fare per il rilancio del territorio vibratiano, il sottosegretario Legnini, i parlamentari Ginoble, Sottanelli e Tancredi, il presidente della Provincia di Teramo Catarra, il presidente dell’Unione dei Comuni dell’area D’Annuntiis, che è sindaco di Corropoli, il sindaco di Teramo Brucchi. L’introduzione è stata affidata a Tito Rubini, che per la Vibrata ha chiesto un superamento delle vecchia mentalità di campanile, un vero e proprio abbattimento di barriere comunali e persino regionali (nel caso della vicina Ascoli Piceno) e prima di tutto un piano strategico da costruire attraverso l’area urbanistica, con una legge nazionale ad hoc, che riconosca le omogeneità e obblighi i territori all’adeguamento. Il confronto ha visto la partecipazione di sindaci, consiglieri regionali, direttore generale della Ausl di Teramo. Dagli interventi dei parlamentari è emerso come, per incidere sul cambiamento, si debba partire dalle Regioni (Ginoble sposa la tesi di Catarra e sostiene l’utilità delle Province vista la necessità di rilanciare le aree abbattendo i "troppi livelli di rappresentanza istituzionale" e ipotizza l’annullamente degli Enti Regione, mentre Tancredi ne chiede l’accorpamento nella esigenza di programmare su macroaree) e eliminare, non solo per esigenze economiche, ma di efficacia, i doppioni di servizi, da quelli della Sanità a quelli quasi sempre inadeguati dei piccoli Comuni.